Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 33061 del 17 luglio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:33061PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia è integrato dalla reiterazione di condotte prevaricanti, vessatorie e umilianti nei confronti del coniuge, anche in assenza di precedenti denunce o referti medici, purché il racconto della persona offesa risulti credibile, coerente e riscontrato da dichiarazioni di familiari o terzi. Il pericolo di recidiva e di inquinamento probatorio può essere desunto dall'inasprimento e dalla reiterazione delle condotte sino a epoca recente, nonché dal tentativo di costringere la vittima a rimettere la querela. In tali casi, la misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e dai suoi familiari risulta pienamente giustificata, a tutela dell'integrità fisica e morale della vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - rel. Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. SCALIA Laura - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/03/2018 del TRIB. LIBERTA' di MILANO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa CRISCUOLO ANNA;
sentite le conclusioni del P.G. Dott. SPINACI SANTE, che conclude per il rigetto del ricorso.
udito il difensore, avv. (OMISSIS), che si riporta ai motivi di ricorso e ne chiede l'accoglimento.
RITENUTO IN FATTO
1. Accogliendo l'appello del P.m. ed in riforma dell'ordinanza reiettiva, emessa dal G.i.p. del T…

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