Cassazione penale Sez. II sentenza n. 15110 del 20 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:15110PEN

Massima

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Il rilascio di un certificato medico falso per ottenere l'iscrizione all'albo professionale e, conseguentemente, un contratto di lavoro a termine, integra il reato di truffa aggravata, anche qualora il certificato non sia stato direttamente prodotto per l'assunzione, in quanto costituisce comunque lo strumento fraudolento che ha indotto in errore la pubblica amministrazione nell'assunzione del lavoratore. Il fatto che l'imputato abbia potuto esercitare pienamente il proprio diritto di difesa non esclude la configurabilità del reato, essendo sufficiente l'accertamento dell'induzione in errore della pubblica amministrazione attraverso l'utilizzo di documentazione falsa, ancorché non direttamente prodotta per l'assunzione. In tali casi, il giudice è tenuto a condannare l'imputato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende, in ragione della colpa nella determinazione della causa di inammissibilità del ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. FUMU Giacomo - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv.to Pace Donato nell'interesse di Po. Ca. Ri. , nata a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di appello di Potenza del 13.3.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dr. Giuseppe Bronzini;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dr. Galati Giovanni, il quale ha concluso chiedendo la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.

osserva:

SVOL…

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