Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13084 del 7 aprile 2021

ECLI:IT:CASS:2021:13084PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) è procedibile d'ufficio quando il fatto sia commesso da soggetto già ammonito ai sensi della medesima disposizione, a prescindere dall'eventuale remissione di querela da parte della persona offesa. La sussistenza del reato di atti persecutori non è esclusa dalla previa contestazione, in separato processo, del reato di maltrattamenti in famiglia, qualora tra le due condotte delittuose vi sia una tangibile soluzione di continuità temporale, tale da non consentire l'assorbimento delle seconde nei primi. Nell'accertamento della responsabilità per il reato di atti persecutori, il giudice di merito può fondare il proprio convincimento sulla attendibile ricostruzione dei fatti offerta dalla persona offesa, anche in presenza di una successiva remissione di querela, ove tale ricostruzione trovi riscontro in ulteriori elementi probatori, quali certificazioni mediche, messaggi intimidatori e risultanze investigative.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 07/05/2019 della CORTE APPELLO di CALTANISSETTA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ENRICO VITTORIO STANISLAO SCARLINI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. ODELLO LUCIA, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 7 maggio 2019, la Corte di appello di Caltanissetta …

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