Cassazione penale Sez. V sentenza n. 50211 del 11 dicembre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:50211PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel procedimento di prevenzione, può sindacare la motivazione del provvedimento impugnato solo per vizi di violazione di legge, essendo escluse le ipotesi di cui all'art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p., e quindi la mera censura della congruità e logicità della motivazione. La motivazione è immune da vizi di legittimità quando, sulla base degli elementi indiziari desumibili dai precedenti provvedimenti giudiziari a carico del proposto, risulti adeguatamente giustificato il giudizio di attualità della sua pericolosità sociale qualificata, anche in considerazione della mancata risocializzazione nonostante il percorso detentivo. In tali casi, la motivazione non può essere considerata inesistente o meramente apparente, in quanto esprime in modo chiaro e logico le ragioni che hanno condotto il giudice di merito all'applicazione della misura di prevenzione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. SCARLINI Enrico V. S - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 04/12/2018 della CORTE APPELLO di NAPOLI;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa SCORDAMAGLIA IRENE;
lette/sentite le conclusioni del P.G..
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) propone ricorso per cassazione avverso il decreto della Corte di appello di Napoli, in data 4 dicembre 2018, che ha confermato l'applicazione nei suoi confronti della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza,…

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