Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 24495 del 8 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24495PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni ai sensi dell'art. 12-sexies del D.L. n. 306/1992, convertito in L. n. 356/1992, può essere disposto quando sussistono seri indizi della sproporzione tra il valore dei beni posseduti dal soggetto e il suo reddito dichiarato o la sua attività economica, nonché della mancata giustificazione della legittima provenienza di tali beni, a prescindere dall'esistenza di un nesso di pertinenzialità tra i beni e il reato contestato. In tali ipotesi, il giudice deve accertare il "fumus commissi delicti" in relazione alla astratta configurabilità di uno dei reati indicati nella norma, nonché il "periculum in mora" rappresentato dalla concreta possibilità di dispersione o sottrazione dei beni. La motivazione del provvedimento di sequestro deve illustrare in modo chiaro e logico tali presupposti, senza che sia necessario un puntuale riscontro di ogni singola argomentazione dedotta dalla parte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUSCO Carlo G. - Presidente

Dott. BLAIOTTA Rocco M. - Consigliere

Dott. CIAMPI Francesco M. - Consigliere

Dott. MONTAGNI Andrea - rel. Consigliere

Dott. SERRAO Eugenia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 6/2015 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 19/01/2015;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANDREA MONTAGNI;

sentite le conclusioni del PG Dott. POLICASTRO Aldo che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Bari, con ordinanza in data 19.01.2015, in parziale accoglimento del riesame proposto nell'interesse di (OMISSIS), avverso…

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