L'amministratore di condominio, nelle controversie non rientranti tra quelle che può autonomamente proporre ai sensi dell'art. 1131, comma 1, c.c., non è legittimato a resistere in giudizio per il condominio senza l'autorizzazione dell'assemblea condominiale. Tale autorizzazione, che costituisce in sostanza un mandato all'amministratore a conferire la procura "ad litem" al difensore nominato dall'assemblea, è necessaria per ciascun grado di giudizio, in quanto l'amministratore svolge una mera funzione di "nuncius" e non può autonomamente decidere di resistere in giudizio. L'omesso esame di tale eccezione di difetto di legittimazione dell'amministratore da parte del giudice di merito configura un vizio di omesso esame di un punto decisivo della controversia, che comporta la cassazione della sentenza con rinvio ad altra sezione della Corte d'Appello per la sua valutazione. Il principio di diritto è che l'amministratore di condominio, nelle controversie non rientranti tra quelle che può autonomamente proporre ai sensi dell'art. 1131, comma 1, c.c., deve essere autorizzato dall'assemblea condominiale per resistere in giudizio, essendo tale autorizzazione necessaria per ciascun grado di giudizio e non potendo l'amministratore decidere autonomamente di resistere in giudizio.