Tribunale Amministrativo Regionale Campania - Napoli sentenza n. 3906 del 2019

ECLI:IT:TARNA:2019:3906SENT

Massima

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La denuncia/segnalazione di inizio attività (DIA/SCIA) è uno strumento di massima semplificazione che consente al privato di intraprendere un'attività direttamente, senza il previo consenso dell'Amministrazione, assumendone l'auto-responsabilità. Tuttavia, l'Amministrazione mantiene il potere di verificare la sussistenza in concreto di tutti i requisiti e presupposti per l'esercizio dell'attività comunicata dal privato, potendo adottare provvedimenti inibitori entro il termine legale. Anche dopo la scadenza di tale termine, l'Amministrazione conserva il potere di controllo urbanistico-edilizio e di repressione degli abusi, potendo annullare in autotutela la DIA/SCIA quando non vi è collegamento tra l'intento manifestato e la differente attività posta in essere. L'annullamento in autotutela di un provvedimento amministrativo, anche successivamente alla sua adozione, è possibile quando sussistono concrete ragioni di interesse pubblico alla rimozione dell'atto ritenuto illegittimo e quando è stata effettuata una ponderazione dell'interesse pubblico all'annullamento con gli interessi dei destinatari e dei controinteressati. Tale potere di autotutela non ha come unica finalità il mero ripristino della legalità, ma costituisce una potestà discrezionale che deve contemplare la verifica di determinate condizioni previste dall'ordinamento, tra cui l'opportunità di correggere l'azione amministrativa svoltasi illegittimamente. L'art. 21-nonies della Legge n. 241/1990, come modificato dalla Legge n. 124/2015, ha carattere innovativo e si applica solo ai provvedimenti di secondo grado adottati successivamente alla sua entrata in vigore, non avendo valenza sanante dei provvedimenti di primo grado emessi antecedentemente ai 18 mesi precedenti. Tuttavia, il mero decorso del tempo non consuma il potere di adozione dell'annullamento d'ufficio, il cui termine "ragionevole" decorre solo dal momento della scoperta, da parte dell'Amministrazione, dei fatti e delle circostanze posti a fondamento dell'atto di ritiro. Nell'esercizio dei poteri di vigilanza e repressione degli abusi edilizi, l'Amministrazione non è tenuta a una particolare motivazione circa l'interesse pubblico sotteso all'adozione di provvedimenti vincolati, come l'ordine di demolizione di opere realizzate in assenza di titolo o in difformità dallo stesso. Tali provvedimenti, infatti, non richiedono una comparazione tra l'interesse pubblico e l'interesse privato, in quanto non può ammettersi l'esistenza di un affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione di fatto abusiva che il tempo non può in alcun modo legittimare.

Sentenza completa

Pubblicato il 15/07/2019

N. 03906/2019 REG.PROV.COLL.

N. 05897/2014 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 5897 del 2014 proposto dai Sigg. ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)) e ((omissis)), rappresentati e difesi dall’avv. ((omissis)) ed elettivamente domiciliati presso il suo studio in Napoli, Piazza Bovio n.22;

contro

Comune di Marano di Napoli in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dall’avv. ((omissis)) ed elettivamente domiciliato presso la Segreteria del TAR di Napoli;
Provincia di Napoli in persona del Presidente p.t., rappresentato e difeso dall’avv. ((omissis)) ed elettivamente domiciliata presso la Sede in Napoli, Piazza Matteotti;
Città Metropolitana di Napol…

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