L'occupazione sine titulo di un bene immobile da parte della pubblica amministrazione per la realizzazione di un'opera di interesse pubblico, in assenza di un valido ed efficace provvedimento di esproprio o dichiarativo della pubblica utilità, comporta l'obbligo per l'amministrazione di attivare il procedimento di acquisizione coattiva sanante di cui all'art. 42-bis del d.P.R. n. 327 del 2001, previa valutazione degli interessi in conflitto, al fine di far cessare la situazione di illiceità determinatasi e di adeguare lo stato di fatto a quello di diritto. Qualora l'amministrazione ritenga di non procedere all'acquisizione autoritativa del bene, essa è comunque tenuta alla restituzione dello stesso al legittimo proprietario, previo ripristino dello stato originario, senza che possano trovare applicazione i limiti di cui agli artt. 2058 e 2933 c.c. La scelta tra acquisizione e restituzione non costituisce una mera facoltà discrezionale dell'amministrazione, ma un vero e proprio potere-dovere funzionalizzato alla cura dell'interesse pubblico. L'inerzia dell'amministrazione nell'adottare le proprie determinazioni finali integra un obbligo giuridico di provvedere tutelabile mediante il rito speciale di cui agli artt. 31 e 117 del codice del processo amministrativo.