Il rilascio del permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici, ai sensi dell'art. 5 LRC n. 19/2009 e s.m.i. e degli artt. 10, 14 e 28 del D.P.R. n. 380/01 e s.m.i., presuppone la titolarità di un diritto reale o di un rapporto giuridico qualificato sull'immobile oggetto dell'intervento, non necessariamente connesso alla proprietà, ma idoneo a dimostrare la legittimazione del richiedente ai sensi dell'art. 11 del D.P.R. n. 380/2001. Pertanto, il Comune, nel valutare l'istanza di permesso di costruire in deroga, deve tenere conto della situazione giuridica complessiva del richiedente, verificando la sussistenza di un titolo idoneo, anche se non definitivo, che consenta l'esecuzione dell'intervento, purché il richiedente dimostri la concreta possibilità di acquisire la piena disponibilità dell'immobile entro un termine congruo. Solo in caso di accertata carenza di tale legittimazione, il Comune può legittimamente rigettare l'istanza, previa adeguata istruttoria e motivazione. Inoltre, il Comune, nell'esercizio della propria discrezionalità tecnica, deve valutare l'interesse pubblico sotteso all'intervento, tenendo conto degli eventuali benefici per la collettività, quali la riqualificazione di aree degradate, il miglioramento della viabilità e delle opere di urbanizzazione, nonché il recupero di immobili fatiscenti, bilanciando tali interessi con quelli privati del richiedente. In tale contesto, il Comune non può rigettare l'istanza per meri formalismi, ma deve garantire il corretto svolgimento del procedimento amministrativo, nel rispetto dei principi di buon andamento, efficienza ed economicità dell'azione amministrativa, nonché della tutela dell'affidamento e della buona fede del privato.