Il piano urbanistico comunale, quale atto di carattere generale, non è soggetto all'obbligo di astensione dei componenti dell'organo consiliare che abbiano interessi personali o familiari in esso coinvolti, salvo che non sussista una correlazione immediata e diretta tra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell'amministratore o di suoi parenti o affini fino al quarto grado. In tal caso, le sole parti dello strumento urbanistico che costituiscono oggetto di tale correlazione sono annullate e sostituite mediante nuova variante urbanistica parziale. Inoltre, la scelta di mantenere una destinazione agricola per un'area, pur se prossima a zone di espansione insediativa, non è viziata da disparità di trattamento o da irragionevolezza, ove risulti coerente con la collocazione e la destinazione dell'immobile, in relazione ai criteri normativamente previsti per la definizione degli ambiti di edificazione diffusa. Il giudice amministrativo, nel valutare la legittimità di tali scelte discrezionali, deve tenere conto della ampia discrezionalità riconosciuta all'amministrazione comunale nella pianificazione urbanistica del territorio.