Cassazione penale Sez. II sentenza n. 37193 del 11 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:37193PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La sussistenza dell'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 306 del 1992 (reati commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis c.p. o al fine di agevolare l'attività delle associazioni previste dallo stesso articolo) non ha natura oggettiva, ma va valutata caso per caso sulla base del quadro probatorio, non essendo consentito alcun automatismo. Ciò in attuazione del principio del "minore sacrificio necessario", per cui la presunzione di adeguatezza della custodia cautelare in carcere per tali reati è solo relativa e può essere superata da elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari. La valutazione delle esigenze cautelari deve essere effettuata dal giudice in concreto, tenendo conto di tutti gli elementi del caso, senza automatismi o presunzioni assolute.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. TADDEI Margherita B. - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA presso il tribunale di Napoli;

avverso l'ordinanza del 28/02/2013 pronunciata dal Tribunale di Napoli;

nei confronti di:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

Visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. ((omissis)) che ha concluso per l'annullamento con rinvio.

FATTO E DIRITTO

1. Con ord…

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