La pubblica amministrazione è tenuta a valutare e decidere, con provvedimento espresso, motivato e tempestivo, sull'istanza del privato volta all'attivazione del procedimento di acquisizione sanante ex art. 42-bis del d.P.R. n. 327/2001 di un bene immobile illegittimamente occupato e utilizzato per scopi di interesse pubblico, in quanto tale obbligo di provvedere, pur non estendendosi alla predeterminazione del contenuto del provvedimento finale (se di acquisizione o di diniego), discende dal generale dovere di concludere il procedimento con un atto espresso, quale che ne sia il contenuto, in ossequio ai principi di buona amministrazione e di tutela dell'affidamento del privato. Pertanto, il silenzio serbato dalla pubblica amministrazione sull'istanza del privato è illegittimo e giustiziabile mediante il rito del silenzio-inadempimento di cui agli artt. 31 e 117 del d.lgs. n. 104/2010 (codice del processo amministrativo), con la conseguente possibilità per il giudice di ordinare all'amministrazione di provvedere entro un termine perentorio, salva la nomina di un commissario ad acta in caso di ulteriore inerzia.