Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34170 del 26 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:34170PEN

Massima

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La presunzione relativa di pericolosità sociale per il partecipe ad associazione mafiosa, di cui all'art. 275 comma 3 c.p.p., può essere superata solo quando dagli elementi a disposizione del giudice emerga che l'associato abbia effettivamente rescisso il legame con l'organizzazione criminosa; in assenza di tali elementi, il giudice della cautela non ha l'onere di argomentare in positivo circa la sussistenza o la permanenza delle esigenze cautelari, potendo fare affidamento sulla presunzione di pericolosità. Tuttavia, qualora intercorra un considerevole lasso di tempo tra l'emissione della misura cautelare e i fatti contestati, il giudice ha comunque l'obbligo di motivare puntualmente sull'attualità delle esigenze cautelari, anche per i reati aggravati ai sensi dell'art. 416-bis.1 c.p. Lo stato di detenzione per altra causa del destinatario di una misura coercitiva custodiale non è di per sé in contrasto con la configurabilità di esigenze cautelari, in particolare del pericolo di reiterazione della condotta criminosa, anche successivamente alla novella di cui alla L. 47/2015; inoltre, il principio di cui all'art. 4-bis ord. pen. non ha carattere assoluto e inderogabile, potendo essere superato qualora il condannato prospetti l'impossibilità o l'irrilevanza della sua collaborazione, in applicazione dei principi espressi dalla Corte costituzionale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. BELMONTE Maria T. - Consigliere

Dott. ROMANO Giulio - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. MOROSINI E. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 07/02/2019 del TRIBUNALE di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Elisabetta Maria Morosini;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Di Leo Giovanni, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata il Tribunale del riesame di Torino, adito ai sensi dell'articolo 30…

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