Cassazione penale Sez. V sentenza n. 40335 del 30 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:40335PEN

Massima

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Il disturbo mentale, anche se accertato, non esclude necessariamente l'imputabilità dell'agente, qualora non sia dimostrata l'incapacità di intendere e di volere al momento della commissione del fatto. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dell'imputabilità, deve tenere conto di tutte le risultanze probatorie, ivi comprese le perizie psichiatriche, senza essere vincolato a ritenere l'imputato non imputabile per il solo fatto che sia affetto da un disturbo mentale. Egli può legittimamente ritenere l'imputabilità dell'agente, ove ritenga che le sue capacità cognitive e volitive non fossero talmente compromesse da escludere la consapevolezza e la volontarietà della condotta criminosa, anche in presenza di una patologia psichica accertata. Il giudice di legittimità, a sua volta, non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, se questa risulta sorretta da una motivazione logica e coerente, che dia conto di tutte le risultanze probatorie acquisite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. FERNANDES Giulio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza pronunciata in data 1.2.2012 dalla corte di appello di Cagliari, sezione distaccata di Sassari;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore generale dott.ssa CESQUI Elisabetta che ha concluso per annullamento senza rinvio dell'impugnata sentenza per estinzione dei rea…

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