Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La realizzazione di una tettoia di dimensioni rilevanti (circa 40 mq) con struttura in lamiere coibentate e profilati metallici, con accesso dall'alloggio sottostante e posizionata sul terrazzo di copertura di un immobile, costituisce un intervento edilizio soggetto a permesso di costruire e non può essere qualificato come pertinenza ai fini urbanistici. Ciò in quanto, pur essendo legato da un vincolo di servizio all'edificio principale, il manufatto non è coessenziale ad esso, risultando suscettibile di un utilizzo autonomo e separato e incidendo in modo significativo sull'assetto del territorio. Pertanto, in assenza del previo rilascio del titolo abilitativo, l'amministrazione comunale è legittimata ad adottare un provvedimento di ripristino dello stato dei luoghi mediante l'ordine di demolizione, senza necessità di applicare la sanzione pecuniaria alternativa, trattandosi di abuso edilizio totale e non compenetrato con altre opere regolarmente autorizzate. La mancata valutazione dell'applicabilità della sanzione pecuniaria non costituisce vizio di legittimità dell'ordine di demolizione, atteso che tale valutazione attiene alla fase esecutiva del provvedimento.