Cassazione penale Sez. V sentenza n. 10115 del 6 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:10115PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta documentale sussiste quando l'amministratore di fatto, anche dopo la cessazione della carica formale, si rende responsabile della sparizione della documentazione contabile e aziendale, impedendo così la ricostruzione del patrimonio sociale e pregiudicando le attività degli organi fallimentari. Tale condotta, unitamente ad altri elementi indicativi di un complessivo disegno fraudolento teso a privare la società dei propri beni e a mortificare le ragioni creditorie, integra gli estremi del reato di bancarotta fraudolenta documentale, a prescindere dalla regolarità degli adempimenti verso i creditori, i fisco e la società fino al momento in cui l'amministratore ha potuto dedicarsi alla gestione, essendo sufficiente la prova della volontà di sottrarre la documentazione contabile agli organi fallimentari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO ((omissis)) - Presidente

Dott. SCOTTI ((omissis)) - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - rel. Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/01/2016 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. PAOLA BORRELLI;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. MARINELLI FELICETTA, che ha concluso chiedendo dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Il 21 gennaio 2016, la Corte di appello di L'Aquila ha riformato in punt…

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