Il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, pur essendo un reato che vede il migrante come soggetto passivo, non consente di riconoscere l'attenuante del concorso della persona offesa, in quanto la volontà del migrante di entrare illegalmente nel territorio dello Stato non coincide con l'intento del favoreggiatore di trarre profitto dall'ingresso illegale. Inoltre, l'irreperibilità dei dichiaranti, sopravvenuta dopo le indagini preliminari, non è sufficiente di per sé a giustificare l'acquisizione e l'utilizzo delle loro dichiarazioni, essendo necessario che il giudice accerti in modo rigoroso e accurato le cause dell'irreperibilità, verificando anche eventuali procedimenti amministrativi avviati per la regolarizzazione del soggiorno. Infine, il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato facendo riferimento alla gravità del fatto, alla personalità dell'imputato e alla mancanza di elementi positivi, senza che sia necessario esaminare tutti i parametri di cui all'art. 133 c.p.