Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27096 del 14 luglio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:27096PEN

Massima

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Il contenuto intimidatorio di una minaccia verbale deve essere valutato in base all'oggettiva idoneità delle espressioni utilizzate a suscitare nella persona offesa il timore di subire un male ingiusto, tenuto conto del contesto in cui le stesse sono state proferite. Pertanto, ove le frasi attribuite all'imputato, pur potendo apparire minacciose, non rivelino in termini oggettivi la concreta prospettazione di un danno, il giudice di merito può legittimamente escludere la configurabilità del reato di minaccia, in assenza di un effettivo contenuto intimidatorio delle dichiarazioni. Inoltre, avverso le sentenze di appello pronunciate per reati di competenza del giudice di pace non è ammissibile il ricorso per cassazione per vizio della motivazione, in quanto tale impugnazione è preclusa dalla normativa vigente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. SCARLINI E. V. S. - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
nella sua qualita' di parte civile nel procedimento nei confronti di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/11/2019 del Tribunale della Spezia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Luca Pistorelli;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Senatore Vincenzo, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN…

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