Il Comune, nell'esercizio della propria discrezionalità tecnico-amministrativa, può legittimamente negare l'approvazione di un piano di lottizzazione facoltativa di iniziativa privata qualora esso risulti in contrasto con le previsioni del piano regolatore generale, in particolare per quanto riguarda il mancato rispetto degli standards urbanistici obbligatori e la conseguente impossibilità di procedere alla loro monetizzazione sostitutiva. Ciò in quanto le aree per servizi di interesse generale, costituendo dotazione minima inderogabile, non possono essere oggetto di monetizzazione, la quale rappresenta invece una facoltà rimessa alla discrezionalità dell'ente locale, non un diritto potestativo del privato. Inoltre, la legittimazione e l'interesse a proporre il piano di lottizzazione facoltativa sono subordinati al consenso di tutti i proprietari delle aree ricomprese nel progetto, non essendo sufficiente il raggiungimento della maggioranza del 51% del valore imponibile, requisito previsto solo per la lottizzazione obbligatoria. Pertanto, il mancato consenso di alcuni proprietari determina l'inammissibilità del ricorso proposto dai soli proprietari che hanno presentato la proposta di lottizzazione.