Il pubblico ufficiale che redige certificati medici falsi o materialmente alterati, anche utilizzando moduli o apparecchiature della pubblica amministrazione, risponde di falso ideologico in atto pubblico e di corruzione, ma non di peculato, in quanto l'uso improprio di tali beni pubblici non compromette in modo apprezzabile il loro utilizzo da parte dell'amministrazione e il loro valore è esiguo, non integrando pertanto la sottrazione o l'appropriazione indebita del patrimonio pubblico. Inoltre, il medico che svolge attività intramoenia, pur utilizzando strutture e mezzi dell'ente ospedaliero, compie atti pubblici nell'esercizio di una funzione pubblica, sicché i certificati da lui rilasciati integrano il reato di falso ideologico in atto pubblico e non quello di falso in certificato privato. Il giudizio di comparazione tra attenuanti ed aggravanti deve essere adeguatamente motivato, tenendo conto della gravità della condotta, del numero di reati commessi e delle condizioni soggettive dell'imputato.