Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42278 del 9 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:42278PEN

Massima

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Il reato di ingiuria non richiede l'accertamento dell'animus iniurandi, essendo sufficiente il dolo generico, anche in forma di dolo eventuale, laddove l'agente abbia consapevolmente utilizzato espressioni o parole socialmente interpretabili come offensive in base al loro significato oggettivo per l'intrinseca carica di disprezzo e dileggio che esse manifestano e/o per la riconoscibile volontà di umiliare il destinatario, a prescindere dalle sue specifiche intenzioni. Ai fini della valutazione del carattere offensivo della condotta, rileva il criterio della media convenzionale in rapporto alla personalità dell'offeso e dell'offensore ed al contesto sociale ed ambientale nel quale la frase ingiuriosa è stata pronunciata, senza che possa essere rimessa alla valutazione di un singolo teste estraneo, che dichiari di non aver percepito l'offensività delle parole, la cui pronuncia risulti comunque accertata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DUBOLINO Pietro - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI GENOVA;

nei confronti di:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 98/2011 GIUDICE DI PACE di SAVONA, del 30/10/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/07/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Izzo G. che ha concluso per l'annullamento con rinvio.

Udito il dif…

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