Cassazione penale Sez. I sentenza n. 16192 del 26 aprile 2010

ECLI:IT:CASS:2010:16192PEN

Massima

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Il dolo alternativo è pienamente compatibile con il delitto tentato di omicidio, essendo sufficiente che l'agente si sia prefisso alternativamente il ferimento o l'uccisione della vittima, purché la sua condotta sia idonea e diretta in modo non equivoco a cagionare la morte, anche se l'evento letale non si è verificato per cause indipendenti dalla sua volontà. Ai fini della configurabilità del tentativo di omicidio, è irrilevante che le lesioni cagionate non abbiano comportato pericolo di vita, essendo sufficiente che l'azione dell'agente, valutata ex ante, risulti idonea a cagionare la morte della vittima, in considerazione del mezzo utilizzato, delle modalità dell'azione e della zona anatomica colpita, particolarmente vulnerabile per la presenza di organi vitali e grossi vasi sanguigni. Inoltre, la volontà omicida può desumersi anche dalle frasi minacciose proferite dall'agente prima del fatto, oltre che dalle modalità della condotta. Pertanto, il tentativo di omicidio è configurabile anche quando l'agente, pur non avendo reiterato i colpi nella zona del collo, abbia comunque ferito la vittima in modo rabbioso e con un'arma idonea a cagionare la morte, come un coltello da innesto, anche se di piccole dimensioni e privo di punta, purché l'azione risulti diretta in modo non equivoco a provocare l'evento letale. La mancata consumazione del delitto per l'intervento di terzi non esclude la sussistenza del tentativo, essendo sufficiente che l'evento non verificatosi si prospettasse come conseguenza altamente probabile dell'azione dell'agente. Infine, la concessione delle circostanze attenuanti generiche, con giudizio di equivalenza, e la riduzione della pena sono ammissibili anche in presenza di un tentativo di omicidio, ove ricorrano i relativi presupposti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AR. MI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 3420/2008 CORTE APPELLO di PALERMO, del 17/07/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/03/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Udito il Pubblico Ministero, in persona del Dott. ((omissis)), Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per il rigetto del ricorso;

- Udito il difensore dell&#…

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