L'Amministrazione può legittimamente annullare in autotutela le concessioni edilizie in sanatoria già rilasciate, qualora accerti l'assenza dell'immobile abusivo nell'aerofotogrammetria di riferimento e la sussistenza di un vincolo di inedificabilità assoluta vigente al momento della realizzazione dell'opera, nonostante le dichiarazioni sostitutive e la perizia giurata prodotte dal privato a corredo dell'istanza condonistica. Incombe sul privato l'onere di smentire quanto emerso dall'esame dell'aerofotogrammetria, che assume rilevante valenza probatoria. L'art. 15, comma 1, lett. a), della l.r. Sicilia n. 78/1976 trova applicazione non solo nei confronti delle amministrazioni comunali in sede di formazione degli strumenti urbanistici, ma anche dei privati che intendano procedere a lavori di costruzione entro la fascia di inedificabilità ivi prevista, in virtù della natura interpretativa autentica e della conseguente efficacia retroattiva attribuita al precetto di cui all'art. 2 della l.r. Sicilia n. 15/1991. L'Amministrazione non è tenuta a valutare l'interesse pubblico sotteso all'annullamento, essendo tale valutazione intrinsecamente correlata al ripristino del rispetto delle regole edificatorie, connotate da un vincolo di inedificabilità assoluta. Il termine ragionevole di cui all'art. 21-nonies della l. n. 241/1990 è rispettato qualora il provvedimento di ritiro sia adottato in tempi compatibili con il momento della conoscenza, da parte dell'Amministrazione, dell'aerofotogrammetria. I nuovi proprietari dell'area non possono vantare alcuna posizione di controinteresse, trovandosi nella medesima situazione, rispetto all'osservanza della legge urbanistica, del loro dante causa. L'assenza degli elementi costitutivi dell'illecito determina l'infondatezza della domanda di risarcimento del danno, non potendosi configurare una aspettativa qualificata del privato alla luce del quadro ordinamentale applicabile.