Il reato di tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione è integrato quando, approfittando dello stato di vulnerabilità della vittima, straniera e priva di documenti, la si induce con l'inganno e la costrizione a prostituirsi, privandola della libertà di autodeterminazione e della possibilità di sottrarsi allo sfruttamento, anche attraverso il controllo e la gestione degli appuntamenti con i clienti e la trattenuta dei compensi dovuti. Tali condotte, caratterizzate dall'abuso di una situazione di inferiorità psicofisica e dalla violazione dei diritti fondamentali della persona, integrano il reato di tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione, a prescindere dalla disponibilità iniziale della vittima a svolgere attività lavorative, dalla regolarità del suo ingresso nel territorio nazionale e dalla circostanza che le sia stato o meno restituito il passaporto. La prova della responsabilità degli imputati può fondarsi sulle dichiarazioni della persona offesa, purché lineari, logiche e coerenti, e su elementi di riscontro oggettivi, quali i dati relativi al traffico telefonico, gli annunci pubblicitari, le dichiarazioni di testimoni e gli accertamenti svolti presso l'abitazione degli imputati.