Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 28964 del 21 luglio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:28964PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nell'esercizio delle proprie funzioni, si appropria indebitamente di denaro altrui, apponendo false firme di quietanza sui documenti di pagamento, commette il reato di peculato. Tale condotta è ritenuta penalmente rilevante anche quando sia posta in essere in modo sistematico e ripetuto, sfruttando la posizione di garanzia e la fiducia connesse al ruolo ricoperto, nonché approfittando della presenza di numerosi ignoti concorrenti che agevolano la sottrazione. La sussistenza del reato non è esclusa dalla circostanza che l'appropriazione sia avvenuta in presenza di altri utenti, in quanto tale modalità operativa è ritenuta implausibile e contraria alle ordinarie procedure di erogazione dei servizi. Inoltre, la valutazione della credibilità della versione difensiva, che adduca l'inganno da parte di terzi ignoti, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione non può essere sindacata in sede di legittimità se non per manifesta illogicità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. SILVESTRI Pietro - Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizi - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21 aprile 2021 emessa dalla Corte di appello di Caltanissetta;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere D'ARCANGELO Fabrizio;
udite il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udite il difensore, avvocato (OMISSIS), che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

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