Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3992 del 29 gennaio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:3992PEN

Massima

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Il reato di false dichiarazioni sulla propria identità personale (art. 496 c.p.) si distingue dal reato di false attestazioni su stato o qualità della propria persona (art. 495 c.p.) in quanto il disvalore della condotta è incentrato, nel primo caso, sulla mera falsità della dichiarazione, mentre nel secondo caso sulla falsa attestazione destinata a essere riprodotta in un atto pubblico idoneo a documentarla. Pertanto, la condotta di chi, privo di documenti di identificazione, fornisce ai pubblici ufficiali false dichiarazioni sulla propria identità nel corso di un controllo, integra il reato di false attestazioni di cui all'art. 495 c.p., in quanto tali dichiarazioni, in assenza di altri mezzi di identificazione, rivestono carattere di attestazione preordinata a garantire al pubblico ufficiale le proprie qualità personali, e, ove mendaci, ad integrare la falsa attestazione che costituisce l'elemento distintivo di tale fattispecie rispetto al reato di false dichiarazioni sulla propria identità di cui all'art. 496 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 19011/2013 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 09/06/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/09/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DI LEO G. che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre tramite il difensore avverso la sentenza della Corte d'Appello di Napoli che, per quanto qui rilev…

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