Cassazione penale Sez. III sentenza n. 40215 del 10 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:40215PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di merito, nel valutare la credibilità della persona offesa e la ricostruzione dei fatti, può legittimamente dare prevalente rilievo alle dichiarazioni della stessa, qualora siano coerenti, puntualmente riscontrate da altri elementi di prova e non smentite da contrarie risultanze istruttorie. Il giudice di legittimità non può sindacare tale valutazione, se adeguatamente motivata, in quanto rientrante nell'esclusiva competenza del giudice di merito. Inoltre, eventuali imprecisioni o lacune nella testimonianza di un teste oculare, dovute al tempo trascorso dagli eventi, non inficiano necessariamente la credibilità della ricostruzione fattuale, se il nucleo essenziale della deposizione risulta coerente e confermato da altri riscontri probatori. Infine, il vizio di travisamento della prova dichiarativa, deducibile in sede di legittimità, richiede un oggetto definito e non opinabile, tale da evidenziare la palese e non controvertibile difformità tra il senso intrinseco della singola dichiarazione e quello che il giudice ne abbia tratto, senza potersi estendere ad una mera diversa valutazione del significato probatorio della deposizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAVALLO Aldo - Presidente

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. LIBERATI Giovanni - Consigliere

Dott. CORBETTA Stefano - rel. Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro M. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/10/2016 della Corte d'appello di Lecce;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Stefano Corbetta;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Molino Pietro, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
udito il difensore, avv. (OMISSIS) del foro di Taranto, che ha concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.

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