Il provvedimento di diffida alla rimozione di opere abusive realizzate su suolo demaniale o di proprietà pubblica, ai sensi dell'art. 14 della legge n. 47/1985 e dell'art. 35 del D.P.R. n. 380/2001, è legittimo solo a seguito di un'adeguata istruttoria volta ad accertare con certezza la natura pubblica del terreno su cui insistono le opere, non essendo sufficiente il mero riferimento catastale, atteso che i dati catastali hanno valore meramente indiziario e non esaustivo ai fini della dimostrazione della proprietà pubblica del bene. In assenza di un'istruttoria completa ed esaustiva sull'effettiva titolarità del suolo, il provvedimento di diffida alla rimozione è viziato da difetto di istruttoria e non può essere legittimamente adottato, dovendo l'amministrazione procedere a un approfondimento della questione relativa alla proprietà dell'area, accertamento che risulta indispensabile al fine di esercitare il potere ordinatorio di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, previsto dalla normativa in materia di abusi edilizi su suoli pubblici.