Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13421 del 30 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:13421PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali deve essere fondato sull'attualità della pericolosità del soggetto, non potendo discendere automaticamente dalla mera condanna per il delitto di associazione mafiosa, specie quando vi sia stato un significativo lasso di tempo tra la cessazione della condotta partecipativa e il momento dell'adozione del provvedimento. Il giudice è tenuto a verificare, sulla base di elementi concreti e specifici, se il soggetto abbia effettivamente mantenuto il vincolo associativo o se, al contrario, abbia intrapreso un percorso di distacco e di reinserimento sociale, valutando altresì la sua condotta successiva, anche in ambito lavorativo e familiare. Analogamente, la confisca dei beni deve essere preceduta da un'accurata ricostruzione del patrimonio del proposto, comparando i redditi lecitamente percepiti e le attività economiche svolte con il valore e le modalità di acquisizione dei singoli beni, senza poter presumere automaticamente la sproporzione sulla base di meri dati formali. Il giudice è pertanto tenuto a esaminare in modo approfondito e puntuale le deduzioni e le prove offerte dalla difesa, senza limitarsi ad affermazioni apodittica e senza trascurare elementi potenzialmente idonei a escludere o ridimensionare la pericolosità sociale e la sproporzione patrimoniale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. BONI Monica - rel. Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 12/04/2019 della CORTE APPELLO di PALERMO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MONICA BONI;
lette le conclusioni del Dr. CASELLA GIUSEPPINA, che ha chiesto l'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato.
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto emesso in data 12 aprile 2019 la Corte di appello di Palermo confermava il provvedimento emesso dal Tribunale di Palermo, sezione misure di prevenzione, del 3 luglio 2014 che aveva sottoposto …

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