Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34834 del 26 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:34834PEN

Massima

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Il falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, ai sensi dell'art. 483 c.p. e dell'art. 76 del D.P.R. n. 445/2000, sussiste quando il soggetto attesta falsamente, in una dichiarazione sostitutiva di atto notorio allegata ad una istanza preordinata all'ottenimento di un documento, di non aver riportato condanne penali, anche se tali precedenti non siano ostativi al rilascio del documento richiesto. L'elemento psicologico del reato è integrato dalla mera consapevolezza della falsità della dichiarazione, a prescindere dalla volontarietà della stessa e dalla conoscenza della sua necessità ai fini del conseguimento del documento. La sentenza di condanna passata in giudicato, in assenza di benefici come la non menzione o la riabilitazione, dimostra tale consapevolezza, rendendo irrilevante che il documento sia stato comunque ottenuto. Il termine di prescrizione del reato, calcolato con il meccanismo dell'interruzione, decorre dalla data della falsa dichiarazione e non è influenzato dalla sopravvenuta inammissibilità del ricorso per cassazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMATO Alfonso - Presidente

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LU. RO. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 9899/2009 CORTE APPELLO di ROMA, del 25/03/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/07/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MAURIZIO FUMO;

udito il PG in persona del sost. proc. dott. Dott. M. Fraticelli, il quale ha concluso chiedendo dichiararsi inammissibile il ricorso;

udito il difensore avv. Carriero M. che, illustrando …

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