Il ricorso per cassazione proposto personalmente dall'imputato o dal condannato è inammissibile, in quanto, a seguito dell'entrata in vigore della Legge n. 103 del 2017, il ricorso deve essere in ogni caso sottoscritto, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell'albo speciale della Corte di cassazione. Tale previsione normativa, introdotta al fine di assicurare una più adeguata tutela del diritto di difesa e una maggiore qualità tecnica dei ricorsi, si applica anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della citata legge, in virtù del principio tempus regit actum. Pertanto, il ricorso personale dell'imputato o del condannato, proposto successivamente al 4 agosto 2017, deve essere dichiarato inammissibile, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende, ai sensi dell'articolo 616 del codice di procedura penale. Tale disciplina, volta a garantire l'effettività del diritto di difesa e la ragionevole durata del processo, rappresenta un bilanciamento proporzionato tra le esigenze di tutela del diritto di impugnazione e quelle di efficienza e funzionalità del sistema giudiziario.