Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 6466 del 13 febbraio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:6466PEN

Massima

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Il dolo del reato di calunnia è integrato dalla consapevolezza dell'innocenza della persona incolpata e dalla volontà di attribuirle falsamente un fatto costituente reato, anche qualora la denuncia sia stata materialmente redatta dal difensore e non direttamente dall'imputato, essendo sufficiente che quest'ultimo abbia consapevolmente sottoscritto l'atto contenente l'accusa mendace. Pertanto, il dolo del reato di calunnia può ritenersi provato sulla base di un complesso di elementi indiziari, quali la riferibilità della sottoscrizione all'imputato, la smentita della tesi difensiva circa la parziale compilazione del documento al momento della firma, nonché la modifica della prospettazione accusatoria nel corso del processo, passando dall'originaria affermazione di falsificazione della firma a quella dell'abuso di un foglio comunque sottoscritto. Tali elementi, nel loro insieme, sono idonei a dimostrare la consapevolezza dell'imputato circa l'innocenza della persona incolpata e la sua volontà di attribuirle falsamente un fatto costituente reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CITTERIO Carlo - Presidente

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 7067/2011 CORTE APPELLO di MILANO, del 11/06/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/01/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. BENEDETTO PATERNO' RADDUSA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GERACI che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E DIRITTO

1. (OMISSIS) propone ricorso per cassazione a…

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