Il recesso di un associato da un'associazione non riconosciuta non comporta lo scioglimento dell'ente, né il diritto del recedente alla restituzione dei contributi versati, in quanto l'associazione non riconosciuta è disciplinata essenzialmente dagli accordi fra gli associati, i quali possono liberamente regolarne le modalità di recesso, anche in deroga all'art. 24 c.c. relativo alle associazioni riconosciute. Pertanto, il recesso di un associato non determina l'estinzione dell'associazione, che può proseguire la propria attività con gli altri associati, salvo diversa previsione statutaria che subordini la continuità dell'ente al mantenimento di un numero minimo di associati. Inoltre, in assenza di una delibera assembleare di scioglimento dell'associazione non riconosciuta, non può essere disposta la nomina di un commissario liquidatore da parte del Presidente del Tribunale, trattandosi di un provvedimento che presuppone il consenso o la mancanza di conflitto fra gli associati circa la volontà di porre fine all'ente. Infine, la sottoscrizione da parte di un associato di un nuovo contratto collettivo, con la conseguente costituzione di un nuovo ente bilaterale, non integra di per sé una causa di scioglimento dell'originario ente, ove sia prevista la continuità operativa di quest'ultimo, come risultante dalle modifiche statutarie adottate in conformità al nuovo contratto collettivo.