Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24871 del 19 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:24871PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur essendo riconosciuto dall'ordinamento, trova il suo limite nel rispetto della verità dei fatti esposti e nella continenza delle modalità espressive utilizzate. Pertanto, le affermazioni ritenute diffamatorie, anche se relative a questioni di interesse pubblico, non possono essere giustificate dal diritto di critica qualora risultino prive di fondamento fattuale e formulate in termini sproporzionati e idonei a ledere ingiustamente la reputazione altrui. Il giudice, nel valutare la sussistenza del diritto di critica, deve accertare la veridicità dei fatti esposti e la proporzionalità delle espressioni utilizzate, tenendo conto del contesto in cui le dichiarazioni sono state rese e dello scopo perseguito dal soggetto agente. Solo ove tali requisiti siano soddisfatti, le condotte ritenute offensive potranno essere scriminate dal diritto di critica, altrimenti integrando il reato di diffamazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SCOTTI Umberto Luigi - Consigliere

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 02/12/2015 del TRIBUNALE di LODI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/01/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott. EDUARDO DE GREGORIO;
Udito il Procuratore Generale in persona della Dott.ssa DI NARDO MARILIA.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata il Giudice monocratico di Lodi in funzione di Appello, ha parzialmente riformato la sentenza di primo grado, che aveva con…

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