Il provvedimento con cui il giudice dell'esecuzione penale declina la propria competenza a favore di altro giudice, ritenendo che la questione sollevata dal condannato debba essere trattata in sede di incidente di esecuzione e non come istanza di restituzione in termini per impugnare la sentenza, non è ricorribile per cassazione, in quanto suscettibile di dar luogo soltanto a un conflitto di competenza, fermo restando il diritto del condannato di proporre ricorso per cassazione avverso il provvedimento decisorio di merito che sarà adottato dal giudice competente sulla sua istanza. Tale principio si fonda sulla regola generale per cui non sono ricorribili per cassazione le sentenze sulla competenza che possono dar luogo a un conflitto a norma dell'art. 28 c.p.p., principio esteso anche ai provvedimenti adottati con le forme dell'ordinanza nel procedimento di esecuzione penale. Pertanto, il giudice dell'esecuzione, investito di una richiesta del condannato, deve valutare con attenzione la natura della questione sollevata, se essa rientri nell'ambito dell'incidente di esecuzione ovvero in quello dell'impugnazione della sentenza, al fine di declinare correttamente la propria competenza a favore del giudice ritenuto competente, senza che tale provvedimento possa essere autonomamente impugnato per cassazione.