Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21738 del 29 maggio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:21738PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per il reato di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) e per altri reati connessi, ai fini dell'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, deve essere valutata in modo logico e coerente dal giudice di merito sulla base delle concrete emergenze processuali, senza che possa integrare vizio di legittimità la mera prospettazione di una diversa interpretazione delle risultanze investigative. Tuttavia, tale valutazione deve tenere conto anche di eventuali provvedimenti liberatori adottati nei confronti di altri indagati, qualora vi sia un riconosciuto collegamento tra le posizioni, in modo da evitare contraddizioni logiche nell'impianto motivazionale. Inoltre, la sussistenza dei presupposti per l'autorizzazione e l'esecuzione di intercettazioni telefoniche ed ambientali, anche in caso di urgenza, deve essere adeguatamente motivata dal giudice, senza che possa essere sindacata in sede di legittimità la mera genericità della motivazione, purché essa risulti coerente e non manifestamente illogica.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. DOGLIOTTI Massimo - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Sa. Vi., nato a (OMESSO); Co. Gi., nato a (OMESSO); Co. Si. Gi., nato a (OMESSO) e D'. Na., nato a (OMESSO);

tutti ricorrenti avverso l'ordinanza 31 ottobre 2007 del Tribunale del riesame di Catania, la quale, in parziale riforma della decisione 1 ottobre 2007 del G.I.P. del Tribunale di Catania: ha per loro confermato l'applicazione la misura della custodia cautelare in carcere in quanto indagati ex articolo 416 bis c.p., …

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