Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: Il giudice, nell'esercizio della propria funzione giurisdizionale, è tenuto a valutare attentamente tutti gli elementi di fatto e di diritto rilevanti ai fini della decisione, senza poter prescindere da alcuno di essi, al fine di pervenire ad una pronuncia giusta ed equa. Ciò implica il dovere di motivare adeguatamente la decisione, esponendo con chiarezza le ragioni di fatto e di diritto poste a suo fondamento, in modo da consentire alle parti di comprendere le argomentazioni alla base del provvedimento e di esercitare pienamente il diritto di difesa e di impugnazione. Tale obbligo di motivazione, che costituisce un principio fondamentale dell'ordinamento giuridico, si applica a tutte le tipologie di provvedimenti giurisdizionali, ivi compresi i decreti e le ordinanze, a prescindere dalla loro natura interlocutoria o definitiva. Esso risponde all'esigenza di assicurare la trasparenza dell'attività giudiziaria e di consentire il controllo, da parte delle parti e dei giudici di grado superiore, sulla correttezza e ragionevolezza delle valutazioni compiute dal giudice di primo grado. Pertanto, il mancato rispetto dell'obbligo di motivazione, ovvero una motivazione meramente apparente o insufficiente, integra un vizio di legittimità del provvedimento, che può condurre alla sua cassazione o riforma in sede di impugnazione.