Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23630 del 7 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:23630PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La minaccia grave, ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 612 c.p., sussiste quando le espressioni utilizzate, valutate nel loro contesto, siano oggettivamente idonee a ingenerare nella persona offesa un fondato timore per la propria incolumità, a prescindere dall'effettiva capacità del minacciante di porre in essere le condotte prospettate. Rileva, pertanto, non solo l'astratta idoneità della minaccia a suscitare allarme, ma anche il concreto effetto intimidatorio prodotto sulla vittima, come dimostrato dalla presentazione di querela per il timore di subire gravi conseguenze. Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza del reato di minaccia grave, deve pertanto considerare sia l'oggettiva idoneità delle espressioni utilizzate a ingenerare un fondato timore, sia l'effettivo impatto psicologico della minaccia sulla persona offesa, desumibile anche dalle sue reazioni immediate. Inoltre, l'applicabilità della causa di non punibilità di cui all'art. 131-bis c.p. (particolare tenuità del fatto) deve essere esclusa quando il fatto, pur nella sua modesta materialità, abbia comunque determinato conseguenze di particolare gravità per le vittime, come nel caso in cui la condotta del reo abbia cagionato un grave allarme sociale e un concreto timore per la propria incolumità. In tali ipotesi, la pena irrogata, pur se contenuta entro il minimo edittale, risulta proporzionata alla gravità del fatto e non può essere considerata di particolare tenuità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. MORELLI F. - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/04/2015 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udito in PUBBLICA UDIENZA del 05/05/2016, la relazione svolta dal Consigliere Dr. FRANCESCA MORELLI;
Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. OSCAR CEDRANGOLO che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata, la Corte d'Appello di Milano ha confermato la sentenza del Tribu…

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