Il riconoscimento della qualifica professionale conseguita in un altro Stato membro dell'Unione europea deve avvenire mediante una valutazione comparativa del percorso formativo seguito dal richiedente, con riferimento alla durata complessiva, al livello e alla qualità delle formazioni, a prescindere dalle differenze organizzative tra i sistemi scolastici nazionali. L'amministrazione competente non può negare il riconoscimento sulla base di meri formalismi o di una presunta mancata corrispondenza tra gli ordinamenti scolastici, ove il titolo estero attesti comunque il possesso delle conoscenze e qualifiche necessarie per l'esercizio della professione. Il giudice, nell'accertare l'inottemperanza del giudicato, verifica che l'amministrazione abbia effettuato tale valutazione comparativa secondo i criteri conformativi indicati nella sentenza di annullamento, ordinandone l'adempimento ove riscontri una reiterazione dei medesimi vizi già censurati.