Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 26843 del 25 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:26843PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione ad un'associazione di tipo mafioso deve essere provata attraverso un quadro indiziario solido e concreto, non essendo sufficiente il riferimento generico ad attività economiche svolte in concorso con esponenti del sodalizio criminale. Le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, ove non sorrette da riscontri oggettivi, non possono da sole integrare la prova della partecipazione al sodalizio mafioso, essendo necessario che il giudice specifichi gli elementi di fatto desumibili dalle conversazioni intercettate che confermino il ruolo del soggetto nell'ambito dell'associazione. In assenza di una motivazione adeguata su tali profili, la misura cautelare non può essere confermata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - rel. Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 350/2015 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 02/02/2015;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTONDO VINCENZO;

sentite le conclusioni del PG Dott. VIOLA Alfredo Pompeo, che ha richiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS), che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.

FATTO E DIRITTO

1. (OMISSIS) ricorre per cassazi…

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