Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8232 del 9 marzo 2022

ECLI:IT:CASS:2022:8232PEN

Massima

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Il reato di falsa attestazione o dichiarazione al pubblico ufficiale sull'identità o qualità personali, di cui all'art. 495 c.p., si consuma nel momento in cui la dichiarazione falsa perviene al pubblico ufficiale, a prescindere dalla sua riproduzione in un atto pubblico. Ai fini della convalida dell'arresto in flagranza, il giudice è tenuto a verificare esclusivamente la legittimità della misura precautelare, valutando la sussistenza dei presupposti di carattere oggettivo e soggettivo della fattispecie ipotizzata sulla base della situazione conosciuta o conoscibile dalla polizia giudiziaria al momento dell'arresto, senza dare rilievo a elementi emersi successivamente o addotti dalla difesa. La gravità del fatto e la pericolosità del soggetto, invece, attengono al merito della responsabilità penale e non possono essere dedotte in sede di legittimità avverso il provvedimento di convalida dell'arresto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Presidente

Dott. CATENA Rossella - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. CARUSILLO Elena - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale di Verona emessa in data 13/09/2021;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere CATENA Rossella;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Di Leo Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il provvedimento impugnato il Tribunale di Verona in composizione monocratica convalid…

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