Cassazione penale Sez. III sentenza n. 13476 del 12 aprile 2021

ECLI:IT:CASS:2021:13476PEN

Massima

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Il reato di cui all'art. 2 del D.Lgs. n. 74 del 2000 (dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) è un reato di mera condotta, a consumazione istantanea, che si perfeziona nel momento della presentazione della dichiarazione annuale contenente elementi passivi fittizi, senza che assumano rilievo le dichiarazioni periodiche o relative ad altre imposte. Il termine di prescrizione ordinario è di otto anni, elevabile a dieci in presenza di atti interruttivi, decorrente dalla data di presentazione della dichiarazione annuale fraudolenta. L'accertamento della frode da parte dell'Amministrazione finanziaria non incide sulla data di consumazione del reato, che rimane ancorata al momento della presentazione della dichiarazione. Il dolo del reato si desume dalla sistematicità e dalle modalità della condotta, che dimostrino la piena consapevolezza dell'agente di utilizzare fatture per operazioni inesistenti al fine di evadere l'imposta. Il giudice di merito, nel determinare la pena, può legittimamente valorizzare l'entità dell'imposta evasa e l'intensità del dolo, senza che ciò integri un vizio di motivazione sindacabile in cassazione. Il divieto di bis in idem non opera quando i fatti oggetto di diversi procedimenti penali, pur presentando profili di analogia, si caratterizzano per la diversità della condotta, dell'evento e del nesso causale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROSI Elisabetta - Presidente

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. GENTILI Andrea - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - rel. Consigliere

Dott. GAI Emanuela - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 21/06/2019 della Corte di appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
lette le richieste scritte del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 21/06/2019, la Corte di appello di Roma confermava la sentenza emessa in data 2…

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