L'esclusione dalla graduatoria per l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica non può essere disposta sulla base di elementi istruttori carenti o contraddittori, che non consentano di accertare con certezza la sussistenza di una delle cause ostative previste dalla legge. In particolare, la mera denuncia per occupazione abusiva di un alloggio, in assenza di un definitivo accertamento giudiziale della condotta illecita, non è di per sé sufficiente a dimostrare la mancanza del requisito soggettivo di cui all'art. 11, comma 1, lett. f), della L.R. n. 12/1999, secondo cui il richiedente non deve "aver ceduto in tutto o in parte, fuori dei casi previsti dalla legge, l'alloggio eventualmente assegnato in precedenza in locazione semplice oppure non aver occupato senza titolo un alloggio di edilizia residenziale pubblica destinato all'assistenza abitativa". Pertanto, l'Amministrazione è tenuta a riesaminare la domanda di inserimento in graduatoria, valutando attentamente tutti gli elementi di fatto e di diritto, senza poter fondare l'esclusione su accertamenti incompleti o contraddittori, in ossequio ai principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, nonché al rispetto del contraddittorio procedimentale. La mancanza di una istruttoria adeguata e completa, che consenta di accertare con certezza la sussistenza delle condizioni ostative previste dalla legge, determina l'illegittimità del provvedimento di esclusione dalla graduatoria, con conseguente obbligo per l'Amministrazione di riesaminare la domanda, fatti salvi gli ulteriori provvedimenti che riterrà di adottare.