Cassazione penale Sez. I sentenza n. 22309 del 24 luglio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:22309PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Ai fini della continuazione tra reati associativi, è necessario accertare l'esistenza di un unitario disegno criminoso sotteso alle diverse condotte partecipative, verificando la sussistenza di elementi sintomatici quali la tipologia di reati, la contiguità temporale della loro commissione e le concrete modalità fattuali, al fine di stabilire se i singoli reati possano considerarsi manifestazioni di un medesimo progetto criminoso. Non è sufficiente la mera appartenenza del soggetto a diversi sodalizi criminosi o la natura permanente del reato associativo e l'omogeneità del titolo di reato e delle condotte, essendo invece necessaria una specifica indagine sulla natura dei vari gruppi, sulla loro concreta operatività e continuità nel tempo, nonché sulla contiguità dei programmi operativi perseguiti e della compagine che concorre alla loro formazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 16/05/2019 della CORTE APPELLO di MILANO;
udita la relazione svolta dal Consigliere TALERICO PALMA;
lette le conclusioni del PG PEDICINI Ettore, che ha chiesto che il ricorso venga dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 16 maggio 2019, la Corte di appello di Milano, in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza formulata nell'interesse di (OMISSIS), tendente a ottenere l'applicazione…

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