Il vincolo di destinazione a verde pubblico imposto dall'Amministrazione nell'esercizio del suo potere pianificatorio ha natura conformativa e non espropriativa, pertanto non è necessaria una specifica motivazione per la sua reiterazione né la previsione di un indennizzo. L'approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale attraverso l'Accordo di pianificazione ex art. 66-bis della L.R. n. 38/1999 non richiede necessariamente l'approvazione da parte del Consiglio Comunale delle modifiche sostanziali, essendo sufficiente che l'Amministrazione comunale abbia la facoltà di rilevare eventuali vizi di legittimità e sollecitarne la rimozione. Le scelte pianificatorie dell'Amministrazione, connotate da ampia discrezionalità tecnica e amministrativa, sono sindacabili in sede giurisdizionale solo per manifesta irragionevolezza, illogicità o travisamento dei fatti, non essendo sufficiente la mera diversità di valutazione rispetto a quella del privato. La genericità della censura relativa alla disparità di trattamento rispetto ai vicini non consente di dare rilievo alla stessa, in assenza della dimostrazione dell'omogeneità dei termini di paragone.