Consiglio di Stato sentenza n. 3316 del 2007

ECLI:IT:CDS:2007:3316SENT

Massima

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La dicatio ad patriam, quale modo di costituzione di una servitù di uso pubblico, consiste nel comportamento del proprietario di un bene che denota in modo univoco la volontà di mettere l'area privata a disposizione di una comunità indeterminata di cittadini, per soddisfare un'esigenza comune ai membri di tale collettività uti cives. Perché si configuri la servitù di uso pubblico è necessario che il bene risulti posto al servizio della generalità indifferenziata dei cittadini, la collettività ne faccia autonomamente uso per la circolazione e tale uso, onde escludere la mera tolleranza dominicale, si sia protratto per il tempo necessario all'acquisto per usucapione. Pertanto, qualora risultino integrati tali presupposti, l'area privata deve ritenersi gravata da una servitù di uso pubblico, con la conseguente illegittimità di qualsiasi provvedimento amministrativo volto a consentire la privatizzazione dell'uso della medesima area.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale,

Sezione Quinta

ha pronunciato la seguente

DECISIONE

sul ricorso in appello n. 11335 del 1997 proposto dal CONDOMINIO Ve., sito in Tr., via Gr. n. (...), costituitosi in persona dell'amministratore l.r. p.t., rappresentato e difeso dagli avv.ti Gi.De.Fi. e Gi.An., elettivamente domiciliato in Ro., viale Pa. n. (...), presso lo studio del secondo difensore;

contro

il Comune DI Tr., costituitosi in persona del Sindaco in carica, rappresentato e difeso dall'avv. Pa.St.Ri., presso il cui studio domicilia in Ro., via A.Mo. n. (...);

per la riforma

della sentenza n. 388 del 5.7.1996/26.10.1996, pronunciata tra le parti dal Tribunale regionale di giustizia amministrativa del Trentino Alto Adige, sede di Trento;

Visto il ricorso con i relativi allegati;

Visto l'atto di costituzione in giu…

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