Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36018 del 19 settembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:36018PEN

Massima

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Il falso documentale commesso mediante la produzione di documenti contraffatti o alterati, idonei a indurre in errore la pubblica amministrazione, integra il reato di falso in atto pubblico, sanzionato dagli artt. 48 e 479 c.p., a prescindere dalla circostanza che il documento falso sia stato effettivamente utilizzato per ottenere un indebito vantaggio o beneficio. La condotta fraudolenta, infatti, è di per sé sufficiente a integrare la fattispecie delittuosa, in quanto lede il bene giuridico tutelato, ossia la fede pubblica e l'affidamento che i cittadini ripongono nell'autenticità e veridicità degli atti pubblici. La Corte di Cassazione, nel confermare la condanna dell'imputato per il reato di falso documentale, ha ribadito che la mera produzione di documenti contraffatti o alterati, idonei a trarre in inganno la pubblica amministrazione, integra il delitto di falso in atto pubblico, a prescindere dal conseguimento di un effettivo vantaggio o beneficio da parte dell'agente. Tale principio di diritto, fondato sulla tutela della fede pubblica, è applicabile a tutti i casi analoghi di falsificazione di atti pubblici, indipendentemente dalle specifiche circostanze del fatto concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. CARROZZA Arturo - Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

4.5.2007 SO. Gi., nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Roma dell'11 dicembre 2006.

Letto il ricorso e la sentenza impugnata.

Letta la memoria depositata dal So..

Sentita la relazione del Consigliere Dr. Paolo Antonio BRUNO.

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in sede, in persona del Sostituto Dr. Carmine Stabile, che ha chiesto il rigetto del ricorso.

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