Il proprietario di un immobile che abbia realizzato opere edilizie in difformità dal titolo autorizzativo è tenuto a dimostrare in modo rigoroso e con elementi oggettivi che tali opere siano state realizzate in epoca anteriore all'entrata in vigore della legge c.d. "ponte" n. 761 del 1967, che ha esteso l'obbligo di previa licenza edilizia anche alle costruzioni realizzate al di fuori del perimetro del centro urbano. In mancanza di tale prova, l'amministrazione comunale è legittimata ad adottare l'ordinanza di demolizione delle opere abusive, senza necessità di una particolare motivazione, trattandosi di un provvedimento vincolato e dovuto a fronte dell'accertamento dell'abuso edilizio. L'eventuale presentazione di una tardiva istanza di sanatoria non determina l'automatica caducazione dell'ordinanza di demolizione, che resta efficace fino all'adozione di un nuovo provvedimento espresso o implicito di accoglimento o di rigetto della domanda di sanatoria. La perdurante esecutività di ordinanze sindacali che abbiano dichiarato il rischio di smottamento dell'area e imposto lo sgombero degli edifici ivi esistenti incide non sulla legittimità dell'ordine di demolizione, ma unicamente sull'esigibilità dell'adempimento, che potrà essere differita ad un momento successivo in cui il bene sia ritornato nella disponibilità del proprietario.