Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare la legittimità dell'ordinanza comunale che disponeva l'esumazione di alcune salme dal cimitero, ha affermato il seguente principio di diritto: Le concessioni cimiteriali a tempo determinato di durata eventualmente eccedente i 99 anni, rilasciate anteriormente all'entrata in vigore del d.P.R. n. 803/1975, possono essere revocate solo quando siano trascorsi 50 anni dalla tumulazione dell'ultima salma e sussista una grave situazione di insufficienza del cimitero rispetto al fabbisogno del comune, non altrimenti risolvibile attraverso l'ampliamento o la costruzione di un nuovo cimitero. In assenza di tali presupposti, l'ordinanza di esumazione è illegittima per carenza dei requisiti stabiliti dall'art. 92, comma 2, del d.P.R. n. 285/1990. La massima afferma quindi che le concessioni cimiteriali ultranovantennali possono essere revocate solo al ricorrere di specifiche condizioni tassativamente previste dalla legge, tra cui il decorso di 50 anni dalla tumulazione dell'ultima salma e la grave insufficienza del cimitero rispetto al fabbisogno comunale, non altrimenti risolvibile. In mancanza di tali presupposti, l'ordinanza di esumazione è illegittima per violazione della normativa di settore. Il principio è formulato in termini generali, senza riferimenti al caso specifico, ed è applicabile a fattispecie analoghe.