Cassazione penale Sez. II sentenza n. 10056 del 5 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:10056PEN

Massima

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Il divieto di testimonianza indiretta di cui all'art. 195, comma 4, c.p.p. impone che gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria non possano deporre sul contenuto di dichiarazioni acquisite da testimoni con le modalità di cui agli artt. 351 e 357, comma 2, lett. a) e b), c.p.p. Tale divieto, reintrodotto dalla L. n. 63/2001, si applica ai processi penali in corso alla data di entrata in vigore della legge, con la conseguenza che le deposizioni di ufficiali di polizia giudiziaria sul contenuto di dichiarazioni testimoniali acquisite prima di tale data sono illegittimamente acquisite al fascicolo del dibattimento e non possono essere utilizzate ai fini della deliberazione, in quanto in violazione del divieto di testimonianza indiretta. Il giudice, pertanto, non può fondare il proprio convincimento sulla base di tali dichiarazioni, dovendo procedere ad un nuovo giudizio attenendosi al principio di diritto enunciato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. CARMENINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. ((omissis)) del foro di Roma nell'interesse di Tr. Al., nato a Fondi il 20/1/1958 avverso la sentenza della Corte d'appello di Roma 1 sezione penale, in data 20 aprile 2004;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, ((omissis)), il quale ha concluso per il rigetto del ricorso;

Udito il difen…

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